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IL FUTURO PROSSIMO DELLA VITA SINTETICA

Organismi costruiti in laboratorio per svolgere determinati compiti promettono di rivoluzionare la nostra vita in diversi ambiti, dalle terapie mediche alla protezione dell’ambiente.

Il termine “biologia sintetica” venne coniato nel lontano 1912, quando un biologo francese, Stephane Leduc, pubblicò un libro dal titolo “La Biologie Syntetique”.

La biologia sintetica vede al lavoro biologi e ingegneri nel progettare e realizzare nuovi componenti biomolecolari per riadattare  a nuove funzioni biologiche reti e vie metaboliche e usare questi nuovi sistemi per riprogrammare organismi viventi, in altre parole per sintetizzare nuove cellule e funzioni cellulari.

Nei prossimi anni questi organismi ingegnerizzati cambieranno il nostro modo di vivere, fornendo nuovi farmaci a prezzi ridotti, nuovi vaccini,e metodologie diagnostiche, terapie efficaci contro i tumori o contro patologie croniche; in ambito energetico carburanti ecologici e biosensori per proteggere l’ambiente, circuiti genetici e moduli biologici per affrontare le sfide poste da un pianeta che sarà sempre più affollato: tra 9 e 10 miliardi di individui entro il 2050.

Il futuro prossimo della vita sintetica

Il futuro prossimo della vita sintetica

L’elenco delle possibili applicazioni è davvero impressionante e molte aziende sono già all’opera, sebbene ancora in ambiti di nicchia.

Le infinite potenzialità della biologia sintetica si sfideranno, in futuro, con pregiudizi ideologici o con paure infondate, pertanto è auspicabile che la società civile sappia elaborare norme capaci di salvaguardare l’avanzamento delle ricerche e il loro impiego a beneficio di tutti i cittadini, impedendo un uso distorto di queste tecnologie.

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