Moneta senza frontiere
Dalla prima rivoluzione industriale, nella seconda metà del settecento, la moneta ha assunto la sua più importante funzione, quella di mezzo di scambio, azzerare le ragioni di scambio e indurre tutti ad accettare e dare moneta in cambio di qualsiasi cosa.
Da qualche decennio poi, non essendo più ufficialmente garantita la convertibilità della moneta, ma avendo quest’ultima un mero valore nominale, è possibile effettuare gli scambi attraverso carte di debito, il bancomat, o carte di credito, il cui uso è legittimato dall’intervento di intermediari finanziari, le banche, che si trattengono un equo obolo, a detta loro, per ogni operazione.
Anche per le più recenti transazioni sul Web ci servono gli intermediari finanziari, poiché l’unico strumento utilizzabile è la carta di credito.
Ma tutto questo potrebbe cambiare con Bitcoin, moneta digitale liquida e anonima come il denaro reale. Sarebbe come prendere una qualsiasi banconota spingerla nel computer e farla girare per Internet.
I Bitcoin sono bit, linee di codice che possono essere trasferite da un utente a un altro attraverso un network peer—to—peer ed essere spese, ovviamente, una sola volta.
Una ferrea crittografia protegge Bitcoin contro possibili ladri e falsari, mentre il network peer—to—peer elimina la necessità di entità centrali di controllo. Il sistema, dunque, mette il potere nelle mani degli utenti, non dei mediatori finanziari.
L’introduzione di Bitcoin , la prima moneta digitale, trova molti ostacoli proprio perché taglia fuori i mediatori finanziari e garantisce l’anonimato e la piena autonomia agli utenti.
Moneta senza frontiere
