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I misteri della tettonica a placche

Dalla seconda metà del XX secolo, la teoria della tettonica a placche ha spiegato in modo convincente che cosa provoca la deriva, in direzione nord-ovest, dei continenti, la nascita di catene montuose e l’apertura di nuovi oceani.

La litosfera, l’involucro esterno del nostro pianeta, è formata dalla crosta terrestre e dalla parte più esterna del mantello superiore. La litosfera è frammentata in parti, le placche tettoniche o litosferiche, che si comportano come “zattere”, ovvero masse rigide in movimento continuo in quella parte di mantello detta astenosfera, parzialmente fluida.
Il calore prodotto dal decadimento radioattivo del nucleo della Terra scalda le rocce del mantello soprastante, rendendole molli. Come in una pentola di acqua bollente, si formano moti convettivi che fanno risalire le rocce più calde e sprofondare quelle più fredde, spostando le placche tettoniche che le ricoprono, come l’acqua della pentola spinge ai bordi la schiuma della superficie.

I misteri della tettonica a placche.

I misteri della tettonica a placche.

Tuttavia, molti dettagli restano ancora oscuri. Ad esempio non è ancora chiaro cosa separi l’astenosfera dalle placche, consentendo loro di scorrere, scontrarsi o allontanarsi.
Tra le ipotesi proposte, prevale quella di uno strato ricco di rocce fuse che funge da lubrificante, ma dallo studio della propagazione di onde sismiche secondarie non se ne ha conferma, se non in prossimità dei margini delle placche e dei vulcani.
Nicholas Schmerr della NASA sostiene che alle placche per muoversi occorra comunque un altro motore, forse la presenza di acqua al confine tra litosfera ed astenosfera, o differenze di composizione, temperatura o granulometria dei minerali. Schmerr prevede, dunque, di estendere la sua ricerca.

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